Il 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale che commemora le vittime dell’Olocausto, la Collezione Peggy Guggenheim aderisce al programma promosso dal Comune di Venezia, con una presentazione aperta al pubblico, dedicata a Max Ernst e, in particolare, alla sua scultura Giovane donna a forma di fiore, esposta nel giardino delle sculture.
Alle 12, in italiano, e alle 15, in inglese, i visitatori potranno assistere al talk “Max Ernst: dalla persecuzione alla libertà”, della durata di circa 15 minuti, dedicato all’artista franco-tedesco, tra i maggiori interpreti dell’arte del XX secolo.La partecipazione è gratuita, previo acquisto del biglietto d’ingresso al museo, ed è fino a esaurimento posti.
Max Ernst prende parte a due dei principali movimenti artistici del ’900, il Dadaismo e il Surrealismo, distinguendosi come una delle figure principali dell’arte occidentale dell’epoca. Nel corso della sua carriera, affronta soggetti legati all’occulto, all’alchimia, alla metamorfosi e all’unità della materia nell’universo. Ritroviamo il suo nome insieme a quello di Otto Dix, Theo Brün, Vasily Kandinsky e tanti altri nella “Mostra sull’arte degenerata”, esposizione itinerante organizzata da Adolf Ziegler e dal partito nazista a fini propagandistici inaugurata a Monaco di Baviera il 19 luglio 1937.
Nel 1939 Ernst viene imprigionato a Camp des Milles, campo di internamento francese, perché considerato nemico straniero. Due anni dopo fugge negli Stati Uniti con l’aiuto di Peggy Guggenheim che sposerà nel 1941. La sua opera Giovane donna a forma di fiore (1944), è un esempio dell’analisi di Ernst del tema della metamorfosi, che è qui collegato alla corrispondenza simbolica tra donna e natura. Ernst presenta la trasformazione fisica, l’assimilazione del corpo della donna in una pianta, in uno stadio piuttosto avanzato.