Storia ed evoluzione del giocattolo più antico al mondo: la bambola

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Marianne Liotard con in mano una bambola, 1765 di pubblico dominio

Oggetto antropomorfico, normalmente di piccole dimensioni e con finalità ludiche, la bambola ha allietato, fin dai tempi antichi, i bambini di tutto il mondo. Sebbene siano molti a credere che tale giocattolo sia di recente creazione e ideato non più di un paio di secoli fa, in realtà tantissime sono le testimonianze della sua esistenza fin quasi dalla preistoria e altrettanto numerosi sono i reperti archeologici a supporto di una lunghissima evoluzione.

Paddle Doll è distribuito con licenza CC BY 3.0 .

Presente già nell’antico Egitto, il giocattolo era, all’epoca, particolarmente semplice con fattezze umane e uso di materie naturali. Rinvenuti in numerose tombe egizie risalenti a oltre 2000 anni fa, per lo più in luoghi funerari di fanciulle morte in tenera età, si tratta di oggetti con fattezze femminee che possiamo associare a delle primordiali bambole, con la testa in fango modellata grossolanamente, il corpo in legno lontanamente somigliante a una pagaia sul quale è disegnato un vestito colorato e la folta chioma costituita da fili sui quali sono infilate delle perline in fango. Tali oggetti sono ancora adesso argomento dibattuto da molti archeologi: alcuni affermano che si tratti di vere e proprie bambole, mentre per altri sono piuttosto, un simbolo di fertilità e di rinascita (da riscontrare nell’accentuazione di alcune parti del corpo femminile) dunque probabilmente un riferimento alla dea Hathor, molto venerata dagli egizi.

Funerary_stele_of_Melisto_(Harvard,_Sackler_Mus_1961.86)_01 Mark Landon Wikimedia Commons Concessione di licenza CC BY 4.0

Di epoca Greca e Romana sono le numerose bambole rinvenute all’interno di sarcofagi o quelle rappresentate come nel caso della stele funeraria di una fanciulla “Melisto”, figlia di un certo Ctesicrate di famiglia benestante, rinvenuta nel 1961 a Potamos, nei pressi di Atene. Sulla stele in marmo risalente all’incirca al 340 a.C. è scolpita una fanciulla che gioca col suo cane mentre tiene nella mano destra una statuetta femminile molto simile a una piccola bambola.

Bambola snodabile in argilla, tardo periodo arcaico-inizio periodo classico, c. 490 a.C. (28501913101) di Gary Todd da Xinzheng, Cina è contrassegnata con CC0 1.0 .

Quelli giunti a noi sono soprattutto i giocattoli realizzati in argilla, osso o avorio, materiali meno deperibili rispetto al legno o le stoffe. Si tratta anche di bambole, per lo più con fattezze adulte che potevano essere a postura fissa oppure snodabili, con arti mobili sempre in avorio, alabastro o terracotta. Vi erano, già all’epoca, artigiani dediti alla realizzazione delle bambole alle quali si riconosce una importante funzione educativa: emulando le bambole (con caratteristiche mai infantili), le fanciulle imparavano ad agire da moglie o da madre. Era inoltre consuetudine che le giovani fanciulle ci potessero giocare fino al giorno prima del matrimonio (all’epoca ci si sposava molto presto), data che segnava la donazione di tali oggetti alle divinità della casa o dell’infanzia come Era, Demetra o anche Cerere. Le bambole non potevano, dunque, essere cedute a nessun familiare.

La bambola di Tryphaena di pubblico dominio

Di particolare bellezza, anche artistica, è una bambola dell’antica Roma scoperta durante i lavori di scavo per la realizzazione del Palazzo di Giustizia di Roma e la costruzione del ponte Umberto I, nel 1889. Posta all’interno del sarcofago di una giovane donna, Crepereia Tryphaena, assieme al ricco corredo funebre, la bambola, inizialmente creduta di legno, è in realtà in avorio di pregevole fattura e ha la caratterista di essere snodabile nelle articolazioni. E’ una vera e propria opera d’arte su cui si può anche ammirare l’acconciatura tipica di quel periodo (II secolo d.C. circa). Essa è attualmente esposta nel Museo della Centrale Montemartini. Poche sono le testimonianze che attestano la presenza di bambole nel corso del medioevo o di giocattoli come elementi ludici per i bambini. Di fatto i giochi erano condannati dalla Chiesa al punto di promulgare, in epoca comunale, addirittura leggi contro i giocattoli e le bambole, considerati oggetti con valenza magica o strumenti legati ai maghi e alle streghe. Tali restrizioni non ebbero però lungo corso e, di fatto, già nel ‘400 a Firenze, le bambole le ritroviamo all’interno delle ricche famiglie, vestite sontuosamente con abiti dell’epoca, allo scopo di insegnare alle bimbe a diventare eleganti e raffinate (lo stesso avveniva per le future monache alle quali venivano, invece, regalate bambole con vestitini di suora).

Dockenmaker, RP-P-1896-A-19368-1604 del Rijksmuseum è contrassegnato con CC0 1.0 .

Nel XV secolo compaiono, i “dockenmachers”, artigiani tedeschi fabbricanti di bambole che esportavano i loro prodotti i tutta Europa. Ma la concorrenza era già, all’epoca, molto forte: vi erano infatti anche altri artigiani bambolai inglesi, francesi e olandesi anch’essi maestri nella realizzazione di bambole artistiche raffinatissime.

Pieter_Bruegel_Giochi di bambini, 1560 di pubblico dominio
Pieter_Bruegel_Giochi di bambini, 1560 di pubblico dominio

Il pittore olandese Pieter Bruegel, specialista nella rappresentazione di scene di vita quotidiana, in una sua realizzazione del 1560 ritrae una piazza di un paese al cui interno viene raffigurata una serie di giochi. Sul lato sinistro si può notare l’interessante scena di due donne intente a realizzare due bambole, probabilmente di stoffa, con i vestiti tipici dell’epoca.  Nel XVII secolo, si diffonde la passione per le case per le bambole. Si tratta di veri e propri spazi domestici, ben arredati secondo la moda dell’epoca, in cui la bambola è la padrona assoluta. Tali riproduzioni sono presenti solo all’interno delle famiglie altolocate e benestanti.

Dolls’_house_of_Petronella_Oortman Rijksmuseum di Amsterdam
La casa delle bambole, dipinta da Jacob Appel , 1710. Rijksmuseum di Amsterdam di dominio pubblico

Ricordiamo, ad esempio Petronella Oortman, moglie di un ricco mercante olandese, che alla fine del ‘600 fece realizzare una casa in miniatura con decorazioni e arredi costosi per l’epoca, in cui si possono ammirare i vari ambienti tipici di fine ‘600 destinate alle bamboline di cera con eleganti e sfarzosi vestiti. La casa delle bambole è attualmente esposta al Museo Nazionale dei Paesi Bassi (Rijksmuseum) ad Amsterdam, affiancata da un dipinto che raffigura la stessa casa, realizzato nel 1710 dall’artista Jacob Appel. In questo periodo si assiste a una copiosa produzione di quadri raffiguranti bambine eleganti di ricche famiglie affiancate dai loro balocchi preferiti, tra cui le bambole.

Marianne Liotard con in mano una bambola, 1765 di pubblico dominio

E’ del 1765 l’opera dell’artista svizzero Jean- Etienne Lyotard   dal titolo “Ragazza con bambola”: nel disegno a pastello si può ben ammirare una bambola in mano a una fanciulla (la figlia) dal delicato viso sorridente. Dal vestito e dai lineamenti, essa raffigura sicuramente una damigella elegante, con pregiati abiti tipici del ‘700, con viso e mani in legno ben disegnato e colorato, dunque, particolarmente costosa.

Rosy-cheeked antique doll di quinet è distribuito con licenza CC BY 2.0 .

Nel XVIII secolo la maggior parte della produzione artigianale di bambole era focalizzata soprattutto in Germania, a Norimberga e a Sonneberg, dove nascono vere e proprie aziende produttrici di bambole, con artigiani specializzati nella produzione di soli alcuni dettagli, come il viso o le mani, migliorandone anche la qualità e la fattura delle stesse.

Yesterday’s Children Doll Museum, Vicksburg, MS di TexasExplorer98 è distribuito con licenza CC BY 2.0 .

In altri paesi come Italia, Spagna e Francia continua ancora nel XIX secolo la produzione di intere bambole e non di singole parti, sebbene nel corso dell’800 vengono apportate ulteriori migliorie non solo nei lineamenti del viso e delle mani, ma anche nel materiale utilizzato. Se ancora all’inizio dell’800 le bambole erano realizzate in cartapesta o cera o legno, si assiste nel tempo alla più evoluta produzione di visi in porcellana e, in particolare in Francia, in biscuit (porcellana più leggera che dava alla pelle del viso un colore più reale), giungendo a un a produzione in serie e non più su richiesta (primo esempio di industrializzazione del giocattolo). Inoltre gli occhi, inizialmente solo dipinti, sul finire del settecento vengono realizzati in vetro soffiato con l’aggiunta, nel tempo, di particolari come l’iride o le ciglia e le sopracciglia in fibre vegetali, per rendere il prodotto quanto più simile alla realtà. E’ del 1845 la prima creazione, ad opera di un artigiano di Nantes Francois Greffier, di una bambola non dalle fattezze adulte ma bensì di bambino che riscuote un discreto successo nel mercato. Dopo quasi un secolo un altro artigiano, in questo caso tedesco, Franz Reinhardt, realizza nel 1909, in occasione dell’esposizione di Berlino, per la prima volta un bambolotto neonato anch’esso di grandissimo successo. Con la scoperta della celluloide, sul finire dell’800, il materiale plastico prende il posto, già a inizio XX secolo, dei più fragili bambolotti in biscuit o porcellana.

Bébé_celluloïd in celluloide di dominio pubblico

Bambole in celluloide vengono realizzate anche in Italia come nella piccola azienda milanese INCA che produce giocattoli per più di 25 anni. Sempre in Italia, ricordiamo anche l’azienda “Sita&Montoli” attiva tra gli anni ’20 e i ’50 dello scorso secolo nella produzione di bambole sempre in celluloide. Agli inizi del ‘900 molte altre fabbriche in Italia si specializzarono nella realizzazione di bambole, come ad esempio la “Cardini”, la “Milano-Bollate”, l’“Antenore”.

Collezione per l’infanzia JLL – Bambole Lenci – Bambole con gli occhi sporgenti 2762CC di Clem Rutter, Rochester, Kent. (www.clemrutter.net). è distribuita con licenza CC BY-SA 3.0 .
Catalogo lenci, 1931 di sailko è distribuito con licenza CC BY-SA 3.0 .

Interessanti sono le bambole prodotte dalla ditta torinese “Lenci” (nata nel 1920), specializzata nell’uso del panno pressato per la composizione degli arti e dei visi. I suoi manufatti riscuotono un grande successo nonostante il prezzo particolarmente elevato. Le prime bambole di plastica dura le ritroviamo, infine, negli anni 40 dello scorso secolo: più resistenti, meno infiammabili rispetto a quelle in celluloide e che non si ammaccavano! Risultava anche un materiale migliore, non solo per la produzione industriale più veloce ma anche per i dettagli sia del viso che degli arti che si presentavano assai più precisi. Nonostante i primi prototipi di bambole con fonografo, a fine ‘800, nel dopoguerra assistiamo alle prime bambole parlanti (con piccolo disco interno) e con avanzati sistemi meccanici per i movimenti.

cicciobello bebe bellissimo di passerinistoreanagni è contrassegnato con Public Domain Mark 1.0 .

Nel 1962, fa la sua comparsa il bambolotto più amato dalle bambine, “Cicciobello”: un giocatolo (ideato da Gervasio Chiari per la ditta Sebino) dalle fattezze di neonato a grandezza naturale, antesignano degli attuali bambolotti iperrealistici “reborn”.

ane by sandra white doll kits 96.00 my cost di debbiehughes7 è distribuito con licenza CC BY 2.0 .

Cicciobello gode tuttora di grande popolarità e diffusione nonostante siano passati quasi 63 anni dalla sua comparsa. Tre anni prima nasceva, negli Stati Uniti, un’altra bambola, con caratteristiche del tutto singolari: la fashion doll “Barbie”, giovane donna americana simbolo dell’emancipazione femminile.

Barbie vintage – Barbie con coda di cavallo assortite di RomitaGirl67 è distribuito con licenza CC BY 2.0 .

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