Tanti sono gli oggetti simbolo del design italiano che, segnando anche un’epoca, hanno modificato il nostro modo di percepire le cose o comunque anche di interagire con esse, dagli utensili, alle auto, all’arredamento fino alla stessa illuminazione: bellezza e soprattutto ricerca della funzionalità sono il cavallo di battaglia di tanti progettisti che hanno dato notorietà al Made in Italy. Tra gli elementi di design riconducibili alla sfera della luce artificiale, di particolare innovazione è un corpo illuminante realizzato oltre 50 anni fa e particolarmente efficiente nell’ambito della cosiddetta luce indiretta, frutto di un accurato studio progettuale: la lampada “Parentesi”. Il disegno nasce dall’estroso e vitale genio di due designer italiani: Pio Manzù e Achille Castiglioni.
Sebbene Pio Manzù si occupasse principalmente di design automobilistico, molte sue progettazioni sconfinano anche nel campo dell’oggettistica da arredamento.
Achille Castiglioni, al contrario, nel corso della sua lunga vita professionale, si è sempre dedicato in parte alla progettazione architettonica e molto al disegno industriale. La realizzazione della Lampada “Parentesi” cela però un aspetto a molti inedito: i due designer in realtà non si sono mai incontrati. Dopo la morte di Manzù, nel 1969, difatti, la moglie presenta all’architetto Castiglioni gli schizzi progettuali della lampada, non ancora realizzata e lo stesso Achille incuriosito dall’idea del collega, decide di portare a termine l’opera incompiuta. Nella sua idea di lampada innovativa, Marzù pensava di ricreare un corpo illuminante posto su un cilindro in grado di scorrere in alto e in basso su di una asta per essere fermato mediante una vite. Castiglioni riprogetta tale geniale idea, alleggerendo ulteriormente il corpo illuminante.
Di fatti egli ipotizza, al posto dell’asta, un cavo in acciaio che partendo dal soffitto, attraverso un ancoraggio a gancio, si porta a terra mediante un peso che mette in tensione il cavo. Ulteriore elemento di innovazione è un portalampada costituito da un tubo copri-cavo, con singolare forma di parentesi, dal quale prende il nome.
Proprio perché sagomato, il portalampada crea un gioco di attriti radenti sul cavo in acciaio, pertanto lo stesso può muoversi solo con l’ausilio di una mano. Prodotta dall’Azienda Flos, la lampada “Parentesi” è entrata in commercio nel 1971: ottenendo otto anni più tardi un importante riconoscimento, il prestigioso premio “Compasso d’Oro”. Dopo numerosi dibattiti e riflessioni, l’Associazione per il Disegno Industriale, ha di fatto ritenuto, nel 1979, che la lampada fosse annoverata tra gli oggetti del design italiano, promuovendola ulteriormente in tutto il mondo.
La lampada può essere considerata da terra ma allo stesso tempo da sospensione. Mediante un regolatore elettronico, il dimmer, si può regolare l’intensità della luce per illuminare, ad esempio, un quadro, la zona comodini di una camera da letto, un angolo del soggiorno oppure una intera parete creando la giusta e voluta atmosfera luminosa, valorizzando ulteriormente l’ambiente.
Esposta nella Collezione permanente, presso il Triennale Design Museum di Milano, nonostante i suoi 52 anni di età, risulta elemento d’arredo attualissimo proprio in virtù della sua razionale progettualità, caratterizzata dall’assenza di materiali superflui, che ne fa un esempio di alto design, semplice e funzionale.