La storia del giradischi: dal grammofono al lettore CD

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Se le nuove generazioni molto probabilmente non lo hanno mai visto in funzione, l’oggetto in questione è stato per le generazioni dei nati nella seconda metà del XX secolo, o anche prima, un compagno imprescindibile del tempo libero, uno strumento indispensabile nelle feste in casa o ancora più semplicemente per ascoltare la musica: il giradischi.  Interessante è la sua storia che riporta indietro nel tempo di ben 165 anni, alla nascita del prototipo di un primo apparecchio per la registrazione dei suoni, antenato del giradischi vero e proprio.

Édouard-Léon Scott de Martinville (1817–1879), Public domain, via Wikimedia Commons MODELLO DEL 1856

Si tratta dell’antesignano del fonografo, il fonautografo, realizzato da Leon Scott da Martinville, ideatore di uno strumento molto vicino al funzionamento dell’orecchio, costituito da una membrana elastica e da un corno che riceveva i suoni. L’innovativo oggetto del 1857 era utilizzato per trascrivere suoni ma non per riprodurli.

FonógrafoEdison Tamorlano, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
EDISON Infrogmazione di New Orleans, CC BY 2.0 httpscreativecommons.orglicensesby2.0

Vent’anni dopo, esattamente nel 1877, Thomas Edison progetta il primo fonografo successivamente presentato, per la prima volta, qualche anno dopo all’Esposizione Universale del 1889 di Parigi.

800px-Edison Pubblico dominio

Ideato inizialmente per gli uffici, al fine di velocizzare alcune operazioni come le dettature di lettere o per la lettura dei non vedenti, l’apparecchio utilizzava, come supporto, un cilindro in ottone ricoperto da un foglio in stagnola sul quale, durante la registrazione, una puntina legata a una membrana vibrante incideva direttamente i suoni che una seconda membrana restituiva in fase di riproduzione. Già nel 1880, la carta stagnola con il grafofono, presentato da Chichester Bell e Summer Tainter, viene sostituita dalla cera, con una riproduzione sonora superiore anche ai due minuti.  Gli ultimi due decenni del XIX secolo sono caratterizzati da un susseguirsi di studi, progettazioni e realizzazioni legati alla miglioria dell’apparecchio e dei suoni.

Phonographe LIORET by phonogalerie.com is licensed under CC BY-SA 2.0
Publicité Phonographe Lioret 1896 – 099 by phonogalerie.com is licensed under CC BY-SA 2.0 (2)

Henri Lioret, ingegnere e inventore francese, abbandonato il suo iniziale lavoro di orologiaio per approfondire gli studi sul fonografo, perfeziona sia il processo di incisione sui rulli, sia la tecnologia stessa giungendo, nel 1893, alla realizzazione straordinaria di primi fonografi in miniatura da posizionare all’interno di bambole parlanti.

EMILE BERLINER Unknown authorUnknown author, Public domain, via Wikimedia Commons

Il tedesco Emile Berliner residente negli Stati Uniti, realizza nel 1887 il primo grammofono. L’innovazione di Berliner consiste nell’incidere i solchi sonori su di un disco a piatto di 12,5 cm di diametro. Il grammofono, tuttavia, poteva solo riprodurre i suoni a differenza del fonografo dove poteva anche registrarli. Nel grammofono, il passaggio dell’ago sulle parti incise del disco risentiva delle vibrazioni disperse, come suono, mediante il supporto di una tromba in ottone. Di particolare eleganza sono i primi grammofoni caratterizzati da un mobiletto in legno su cui viene poggiato il disco in carbonio, e da una tromba in genere in legno o in ottone. L’apparecchio, al suo interno, è provvisto da un doppio motore azionato dalla manovella posta sul fianco del mobiletto.

Grammofono by digitalnoise is licensed under CC BY-NC-SA 2.0
Pleasure and the Edison Phonograph by Infrogmation is licensed under CC BY 2.0

Inizia, dunque, a cavallo tra il XIX e il XX secolo l’era delle vendite dei primi grammofoni e dei dischi. Nello stesso periodo compare, inoltre, l’iconico logo della casa discografica americana Victor Talking Machine Company, più conosciuta in Italia col nome “La voce del padrone”: un cagnolino che sembra ascoltare il suono proveniente da un grammofono, dipinto dall’artista francese Francis Barraud alla fine dell’800.

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Il cane, dal nome Nipper, veramente esistito, si lega al più conosciuto marchio dell’industria musicale del ‘900. Agli inizi del XX secolo il disco musicale inciso sui due lati, riceve il favore del pubblico e un crescente successo grazie anche al prezzo contenuto. Verso la metà degli anni ’20 dello scorso secolo l’azienda produttrice di giradischi Dual realizza l’Elektro Feder Motor con una combinazione dell’azione a molla e del motore elettrico. Dopo pochi anni, l’azienda RCA Victor presenta sul mercato il “Duo Jr”, un semplice giradischi collegato a un altoparlante radio.

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La pubblicità dell’epoca così lo presentava: “Gli ingegneri della RCA hanno creato il Duo Jr, un piccolo armadio compatto ed efficiente che trasforma qualsiasi radio in un fonografo elettrico”.

Malopez 21, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons del 1920 (2)

In quegli anni l’evoluzione tecnologica si associa anche alla miglioria estetica dei grammofoni, realizzati come eleganti e raffinati mobiletti che rispecchiavano, inoltre, la moda dell’epoca. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il disco in vinile rimpiazza quello in carbonio, mentre i giradischi diventano sempre più maneggevoli e meno ingombranti.

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Una pubblicità francese della metà degli anni ’50 presenta il modello Téppaz Présence: un giradischi integrato in una valigetta rettangolare con l’altoparlante fissato nel coperchio che poteva essere anche staccato, sicuramente rivoluzionario nel design e nella sua particolare forma estrosa.

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 Esposto nel più importante museo di arte moderna del mondo, il MOMA di New York, il radiofonografo progettato nel 1956 dai designers industriali Hans Gugelot e Dieter Rams rappresenta, anticipando i tempi, uno stile minimal industriale dell’elettronica moderna. Si tratta di un oggetto di design che ha ridefinito una particolare forma delle apparecchiature audio-domestiche, con un involucro in metallo bianco, un coperchio trasparente e un disegno particolarmente semplificato e lineare. Negli anni ’60 si assiste, al contrario, a un rifiorire di giradischi dalle forme sempre più particolari, molti dei quali realizzati anche da designers di fama mondiale.

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 Nella seconda metà degli anni ’60, la Irradio, azienda produttrice di apparecchi fonografici, propone all’architetto e designer Mario Bellini la realizzazione dei primi mangiadischi, tra i quali l’Irradiette, da lui stesso ben descritto sulla rivista “Ottagono” nel 1968: “ …è stato un tentativo rischioso e affascinante di inventare e scoprire un mangiadischi in un giradischi portatile amplificato a pile. …un mangiadischi dev’essere qualcuno come suggerisce la stessa espressione antropomorfica, e non poteva essere che una bocca con una maniglia; una bocca dove infilare alla svelta un disco che mette a suonare subito, e suona sempre e comunque, si tenga per mano passeggiando o si posi diritto, o di fianco o capovolto…appena finito di suonare sputa il disco, ed è subito pronto a ricominciare…”

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Il mangiadischi GA 45 POP Minerva, progettato sempre dal designer Mario Bellini, è un lettore di dischi in vinile 45 giri lanciato nel mercato nel 1969, la cui struttura in plastica colorata presenta una maniglia molto pratica, mentre l’alimentazione a sole batterie lo rende tranquillamente trasportabile dappertutto. La sua rapida diffusione legata proprio alla maneggevolezza dell’apparecchio e alla sua particolare leggerezza, ne fanno indiscutibilmente un simbolo della società giovanile dell’epoca.

httpswww.kijiji.itannunciper-la-casaroma-annunci-prenestino-casilinomangiadischi-penny-arancio-corrente-batt-scatola-manuale166382291

Nella metà degli anni ’70 il Bellini realizza un altro mangiadischi, il Penny, su commissione dell’azienda Musicalsound, col suo classico colore arancione di base fino ai cromatismi più sgargianti e tipici dell’epoca. L’oggetto ha un aspetto compatto, con dei buchini su un lato, come altoparlante, una manopola per il volume, un tasto nero per l’espulsione del disco 45 giri, ed è alimentato da 6 batterie.

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Alla fine degli anni ’80, il rapido successo riscosso dai CD, sembra decretare il progressivo e inesorabile declino del disco in vinile, ulteriormente schiacciato dall’introduzione, nel 2007, dai file mp3 e delle tecnologie di archiviazione USB. Tuttavia alla fine della seconda decade del XXI secolo, si assiste positivamente a una sorta di rilancio del vinile e del suo supporto rivisitato in chiave moderna, molto amato soprattutto dalle generazioni nate proprio nell’epoca del vinile.

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