A quasi un anno dalla scomparsa dello scultore, pittore e disegnatore colombiano Fernando Botero, la città di Roma accoglie, nelle piazze e vie della Capitale, 8 sculture dell’iconico artista. Lo scorso 10 luglio, è la figlia, Lina Botero, che con il supporto del Municipio I Roma Centro, dell’Assessorato alla Cultura del Municipio I e dell’Assessora alle Politiche Culturali, Politiche ed Educative allo Sport e alle Politiche Giovanili Giulia Silvia Ghia, è riuscita a realizzare una mostra diffusa di grande impatto. Ultimo giorno dell’evento è il prossimo 1 ottobre. Colombiano di nascita ma di antiche origini genovesi, fin da bambino, Botero è stato sempre affascinato dall’arte, in particolare quella barocca, presentando alla giovanissima età di 16 anni la sua prima mostra personale, ottenendo qualche anno dopo, nel 1952, il secondo posto al IX Salone degli artisti colombiani. Negli anni ’50, una serie di viaggi lo portano in giro per le città d’arte di Spagna, Francia e Italia, manifestando particolare ammirazione per le città rinascimentali italiane e per le opere del Mantegna e di Giotto. Ritornato in Colombia, la sua arte suscita scarso interesse presso la classe culturale locale, ragione per cui decide di trasferirsi in Messico dove intraprenderà un discorso artistico focalizzante la dilazione di tutti i soggetti da lui ritratti. Tale forma d’arte, successivamente denominata “Boterismo”, tende sempre alle linee morbide, mai spigolose, e particolarmente voluminose creando una sorta di rotondità armoniosa e fluida. Durante una mostra personale scopre l’Espressionismo Astratto (movimento artistico statunitense) e successivamente, nel 1958, lavora a Washington presso l’accademia d’Arte di Bogotà come professore di Pittura. Dagli anni ’60 in poi realizza numerose mostre personali tra New York e l’Europa, in Germania ma anche in Francia dove nel 1969 presenta una sua mostra personale e dove si traferisce per alcuni anni, dedicandosi quasi esclusivamente alla scultura. Nel 1983 approda in Italia per aprire un laboratorio artistico a Pietrasanta (non lontana dalle cave di marmo). Del 1992 è la grande esposizione delle sue opere scultoree a Parigi lungo gli Champs-Élysées. Negli ultimi anni ha esposto a Lisbona, Palermo e Panama. Muore il 15 settembre 2023 a Monaco Vecchia. Un suo intervento che ne descrive, in sintesi, il fine ultimo della sua opera, aiuta a comprendere la sua personale forma d’arte: “Non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà, ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta, dipingo sempre un volume. Se dipingo un animale, lo faccio in modo volumetrico e lo stesso vale per un paesaggio. Sono interessato al volume, alla sensualità della forma. Se io dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, ho sempre quest’idea del volume e non ho affatto un’ossessione per le donne grasse”.
La maggior parte dei sui soggetti, sia scultorei che dipinti, sono inespressivi, ma colgono, nonostante tutto, la curiosità dell’osservazione proprio grazie alla voluminosità delle loro forme. Le opere presenti a Roma disegnano un percorso artistico e culturale che parte dall’ottocentesca Terrazza del Pincio (progettata dal Valadier sulla sommità del Colle Pincio) con la scultura della “Venere dormiente” realizzata in bronzo nel 1994 e “Donna distesa” del 2003, opera in bronzo. Non lontano ritroviamo due sculture sempre in bronzo “Adamo ed Eva”, realizzate nel 1992 e collocate in Piazza del Popolo. Interessante è scoprire il sottile ma forte legame tra l’arte contemporanea del Botero, con le sue forme molto morbide e particolarmente voluminose e il contesto architettonico e urbano della Capitale; questa contrapposizione storico-artistica delinea una piacevole armonia visiva e anzi, le opere in questione, esaltano ulteriormente la bellezza dei luoghi che li circondano quasi a formare un’unica quinta scenica di particolare eleganza. Da piazza del Popolo, percorrendo Via del Corso, si raggiunge Largo San Carlo al Corso con la quinta opera “Cavallo con briglie”, costituita in bronzo e risalente al 2009. L’opera è posta in prossimità della Basilica dei santi Ambrogio e Carlo al Corso risalente al XVII secolo, trionfo del barocco romano. Proseguendo si raggiunge la sesta opera posizionata in piazza San Lorenzo in Lucina con l’opera in bronzo raffigurante un “Gatto” e realizzata nel 1999. L’opera costeggia la Basilica di San Lorenzo in Lucina. Si prosegue ancora raggiungendo Piazza San Silvestro sulla quale affacciano eleganti palazzi ed edifici religiosi, come la chiesa dei santi Claudio e Andrea Borgognoni in stile barocco settecentesco, la Basilica di San Silvestro in Capite o ancora l’ottocentesco ed eclettico Palazzo Marignoli. All’interno della piazza è posizionata la scultura bronzea “Donna seduta” realizzata nel 2000, la quale sembra contemplare la passeggiata dei tanti turisti e non che percorrono tale luogo. L’ottava opera, infine, è collocata in Piazza Mignanelli in prossimità di Piazza di Spagna, anch’essa è intitolata “Donna seduta” ma è stata realizzata nel 1991, fa da sfondo alla piazza Palazzo Mignanelli le cui rifiniture risalgono al 1887 progettate dall’architetto Andrea Busiri Vici.
Ringrazio l’amico Pasquale Albanese per il suo contributo fotografico.