Quasi 92 anni fa nasceva ad Helsinki, Eero Aarnio, l’estroso designer d’interni che, con l’impiego sapiente di materiali non convenzionali, ha spezzato la monotonia di tanti oggetti ed elementi per la casa. Diplomatosi all’Istituto di Arti Industriali di Helsinki, Eero ha avuto sempre, nell’arco di tutta la sua lunga carriera lavorativa, una predilezione per l’interior design, ideando oggetti dalle forme stravaganti e originalissime che segnano un punto di rottura con la progettualità tradizionale, in particolare nel periodo che va dalla fine degli anni ’50, all’inizio degli anni ’70.
Ispirato a forme non spigolose ma morbide, circolari e organiche e dai colori sgargianti con l’impiego di materiali innovativi per l’epoca come la fibra di vetro o la plastica, tra le sue prime progettazioni d’interni ritroviamo una seduta dalla forma stravagante così descritta dal designer: “Volevo fermare il mondo e dire a tutti che è nato un nuovo design e designer realizzando dimensioni, forme e colori eccezionali. L’ho fatto ed è nata la Ball Chair”. Rivolgendosi, inoltre alla moglie: “Realizzerò una sedia che, quando sarà esposta in una vetrina, nessuno passerà oltre”.
La Ball Chair non è una sedia normale, la sua forma invita al relax e al più comodo riposo. Si tratta di una seduta a forma sferica, simbolo d’innovazione e di creatività, che avvolge al suo interno (di medio-grande dimensione: 110 cm di larghezza, 97 cm di profondità e 120 cm di altezza). E’ in fibra di vetro (di svariati colori opzionali) rivestita con i cuscini al suo interno in tessuto e schiuma in poliuretano di alta qualità. Progettata nel 1963, appena 3 anni dopo ottenne il suo giusto riconoscimento alla Fiera del Mobile di Colonia. Da quel momento in poi, la Ball Chair diventava una vera e propria icona del design finlandese ottenendo, col tempo, anche un grande successo internazionale.
Non molti anni dopo, il designer realizzava una seconda seduta, dal design sempre particolarmente, la Pastil Chair progettata nel 1967, una sedia dalla forma morbida e molto ergonomica, realizzata tutta in fibra di vetro. I primi prototipi prevedevano l’impiego di un altro materiale, il polistirolo, per meglio comprenderne la volumetria e soprattutto la comodità. La sedia dai variopinti cromatismi, ottenne nel 1968 un riconoscimento dall’American Industrial Award proprio in virtù della sua estrosità e la sua estrema comodità. Nello stesso anno Eero realizzava un’altra seduta dalla forma originale, la Bubble Chair, il cui disegno gemma da quello della Ball Chair, ad essa somigliante.
Dalla forma a bolla (103 cm di larghezza, 90 cm di profondità e 105 cm di altezza) con seduta particolarmente ergonomica, la sua particolarità è l’assenza di una base essendo una sedia sospesa. E’ composta da due materiali: l’acrilico trasparente e acciaio inossidabile massiccio, nella sua parte più esterna, con comodi cuscini in pelle naturale, al suo interno. La particolarità della Bubble Chair, come anche nella sua precedente versione, è l’acustica: la seduta, infatti, regala la sensazione di essere all’interno di un guscio, dove i rumori esterni sono in parte abbattuti. Sempre in linea con una progettualità legata a forme morbide e soprattutto tondeggianti, nel 1971, il designer dava vita a un’altra seduta particolarmente iconica, dal carattere futurista e possiamo dire anche “pop” e molto fuori dal comune, la seduta Tomat.
Dal colore rosso (anche se ultimamente la si trova anche di color bianco), è formata dall’incrocio di 3 cerchi, di cui uno al centro più allungato che funge da schienale. Tutta in fibra di vetro, la sedia Tomat ben si colloca in casa come anche all’esterno, in un giardino. Nel 1973 Aarnio realizzava, inoltre, una seduta davvero stravagante e quasi fuori da ogni progettualità: la Pony Chair.
Dal simpatico disegno simile a un pony, la sedia sembrerebbe quasi un giocattolo per bimbi ma, a ben vedere, la sua forma invita una seduta comoda e rilassante. Realizzata in variopinti colori, è costituita da schiuma poliuretanica collegata da un telaio tubolare. Il suo rivestimento è in tessuto elasticizzato e può essere collata in qualsiasi punto della casa, trasmettendo sensazioni positive e di benessere!
Negli anni successivi il designer ha continuato a realizzare elementi di arredo dalle forme organiche e sempre morbide come ad esempio una lampada la Double Bubble, progettata nel 2000. Inizialmente ideata in vetro soffiato, viene presentata, nel 2003, in materiale plastico affinché si garantissero durata e colore uniforme. Come il nome stesso suggerisce, la lampada è formata da due bolle di diversa grandezza e una base cilindrica. Ne esistono di tre dimensioni, di cui due da tavolo e un’altra, più grande, che può essere collocata anche all’esterno.
Qualche anno dopo, nel 2005, Eero disegna un altro oggetto davvero inconsueto, sicuramente iconico e, come sempre, poco spigoloso: il Puppy, un elemento scultoreo particolare, adatto a fungere come una sorta di vassoio, poggia oggetti, ma anche seduta. L’oggetto è costituito da materiale polietilene in diverse nuance di colori e di grandezze. Dalla forma minimal è particolarmente resistente e leggero. Sempre in materiale di polietilene è un altro oggetto disegnato nel 2015, l’Happy Bird, anch’esso a metà tra giocattolo e seduta.
Dalla simpatica forma di uccello, il corpo in polietilene colorato a stampaggio rotazionale (i colori vanno dal viola al giallo al verde e al tortora) mentre le zampe sono in massello di frassino naturale. Al di là delle stravaganze e dell’originalità degli oggetti realizzati, non si può negare che Eero Aarnio sia tra i più originali e innovativi creatori d’interior design esistenti al mondo. Molti dei suoi oggetti, in particolare le sedute anni ’60, sono comparsi in numerosi set cinematografici, ma anche in tanti servizi fotografici e in numerose riviste di design e molto altro. Oltre ai numerosi riconoscimenti e le innumerevoli mostre personali, le sue realizzazioni sono esposte anche in numerosi musei di tutto il mondo come il Museo d’Arte Moderna, MoMA di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Museo del design di Helsinky, il Centro Georges Pompidou di Parigi o il Museo delle Arti Decorative di Montreal.