di Mariapia Vecchione-
Mare sole e tanto relax, ma all’ambiente chi ci pensa? La natura ci avverte: la sua bellezza va preservata e tutelata.
Mentre l’uomo dimentica, Archeoplastica dal 2008 riporta a galla rifiuti in plastica dimenticati negli anni ‘60 e ‘80 del Novecento, riletti e rivisitati come “reperti della società contemporanea”.
Un lavoro di sensibilizzazione sull’inquinamento dei mari che Archeplastica, nei panni di Enzo Suma, esprime alla sua community Instagram, trovando in essa il sostegno possibile per la scoperta di reperti in plastica a molti sconosciuti, ma a tanti noti: “Ho avuto l’idea del progetto supportato dai tanti amici che mi hanno seguito in questi anni, – si esprime Suma – sfruttare i tantissimi rifiuti che hanno anche più di cinquant’anni per portare l’osservatore a riflettere da un’altra prospettiva sul problema inquinamento plastica nel mare. Un museo virtuale dove osservare una selezione di reperti arrivati dal mare, e tante mostre, fisiche e reali, dove poter vedere con i propri occhi ciò che il mare ci ha restituito.”
Molte le spiagge che consegnano il racconto di una storia, di un abbandono, un rifiuto che oggi è raccolto e riconsegnato in una mostra che possa sensibilizzare sul passato e su un presente sporcato dalla mano dell’umanità: nei musei civici di Palazzo Pianetti di Jesi prende forma l’esposizione “Archeoplastica. Storie di scarti e riusi di civiltà.”
Una mostra che lega l’archeologia classica di palazzo Pianetti alle plastiche divenute protagoniste di una storia che dalla terra al mare, raccontano l’originaria utilità di oggetti di consumo e il suo smaltimento, divenuto un peso per l’ambiente.
Fin dall’allestimento grazie alla progettazione de ilVespaio di Milano, l’esposizione si conferma tutta all’insegna dell’ecosostenibilità, con il supporto di ATA RIFIUTI, REMAPLAST, Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro Urbino, Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente; Università Politecnica delle Marche, Museo tattile e statale Omero; riferimento internazionale nell’educazione nella conoscenza dell’arte attraverso il tatto per persone non vedenti ed ipovedenti.