Gli intrighi della Firenze rinascimentale alla “corte” di Barliario

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Le interviste di Barliario: Matteo Strukul

Classe ’73, padovano con una laurea in Giurisprudenza ed un Dottorato di Ricerca in Diritto Europeo; parlo di Matteo Strukul lo scrittore che  ha affabulato anche il pubblico di “Le Notti di Barliario”, il SalerNoir Festival, con il suo ultimo thriller “I MEDICI. Un grande romanzo storico”, presentato da Alfonso Conte.

Con finezza e rigore, Strukul ha descritto la storia di una importantissima dinastia dell’Italia rinascimentale,  fucìna d’Arte, magnificenza, cultura.

-Grande potere e senso degli affari quello di Cosimo e Lorenzo de’ Medici, ma anche amore per l’Arte e la Cultura. Qual è il ruolo della Cultura, oggi?

“Dovrebbe avere il ruolo di valorizzare il territorio. Per noi non “vendere” cultura è come se gli Emirati Arabi non vendessero petrolio, un culto dell’oblio della Cultura stessa. Romanzieri, letterati, pittori devono lavorare in questa direzione. La fiction televisiva,  una produzione italoamericana su questa importante dinastia, andata in onda recentemente su Rai 1,  ha portato otto milioni di spettatori ed un record di visitatori agli Uffizi. La cultura cinematografica può avere una ricaduta positiva, come questa, su altre realtà culturali.”

-Amori e  passioni hanno anche disegnato la storia di  città, quali Firenze e la Storia stessa del Paese. Quanto conta per Lei l’Amore?

“E’ la forza portante. Per raccontare l’Amore c’è bisogno dell’Amore. Oggi manca la galanteria, l’attenzione ed il dialogo. Ciò che di tragico si legge  tra le pagine di cronaca ai danni delle donne è dovuto alla totale mancanza di ascolto, di dialogo. Sarebbe importante, in Amore, una dimensione di ascolto, come dire “Omnia vincit Amor”

-Dedicandosi al  thriller storico,  quale è stato il personaggio che l’ha  maggiormente affascinato?

“Sicuramente Caterina de’ Medici, un grande personaggio femminile. Gli scrittori  raccontano poco i personaggi femminili, forse perché si pensa che abbiano meno appeal. Invece sono belli proprio perché sono spesso contraddistinti da coraggio e fragilità al tempo stesso. La mia prima trilogia è un thriller, scritto da un punto di vista femminile. Mia moglie Silvia, la persona per me più importante,  in questa occasione, e non solo,  è stata per me fondamentale. Lei, giornalista e scrittrice, rideva in alcuni punti perché poco convincenti per essere dettati da un’angolazione femminile, così  le ho  riscritte… “

-Lei vive tra Padova a Berlino, passando per la Transilvania, ora a Salerno per “Le notti di Barlario”. Cosa pensa di questo Festival Noir?

“Davvero ben fatto”

-La grandezza italiana del Rinascimento è espressa dalla Bellezza e dallo splendore della sua Arte, tra intrighi di palazzo, omicidi, tradimenti, ben espressi nel Suo thriller. Se decidesse di scriverne un altro ambientato ai nostri giorni, quale ambito sceglierebbe?

“Sicuramente mi piacerebbe ambientarlo all’Università, parlando di nepotismo, di concorsi accademici truccati. Un thriller divertente che racconterebbe dei “baroni universitari”. Un altro, poi, sulla malasanità…”

Claudia Izzo

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