Abolita la tassa di possesso sulle imbarcazioni

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di Davide Di Stefano Presidente Federnautica Salerno

Dopo l’iva al 10% per i Marina Resort, un’altro importante tassello nella composizione del mosaico Nautica da Diporto: l’abolizione della tanto odiata tassa di possesso sulle imbarcazioni da diporto! I danni causati dalla reintroduzione delle tassa di possesso nel 2011 sono sotto gli occhi di tutti, il colpo di grazia per un settore che, più di altri, ha subito le nefaste conseguenze della crisi e che ha avuto nel 2012 il suo “annus horribilis”. Il provvedimento giunge in un momento cruciale per il settore. I saloni nautici internazionali e nazionali hanno dato i primi segnali di ripresa, ma soprattutto si sta profilando una svolta culturale: non più solo nautica ma turismo nautico. Il passaggio non è di poco conto. Si sta finalmente facendo strada il concetto che un paese dotato di oltre 8.000 chilometri di costa non può permettersi di ignorare, anzi bistrattare, un settore che è ha delle potenzialità, peraltro trasversali, che possono valere più di un punto di PIL. E’ necessario proseguire su questa strada, accelerando sulla riforma del codice della navigazione, riprogrammando azioni di sostegno al settore soprattutto attraverso una vera politica industriale di medio-lungo periodo che consenta alle aziende di pianificare investimenti in tecnologie ed ai territori di lavorare sulle infrastrutture. In tale contesto la provincia di Salerno può cogliere un’opportunità di sviluppo a condizione che tutti gli attori, pubblici e privati, si confrontino su progettualità comuni ed interventi condivisi.

Ad esempio una misura che possa incentivare l’acquisto di motori meno inquinanti e imbarcazioni entro i 10 metri, mutuando gli interventi per il settore automobilistico, darebbe respiro alla “piccola” nautica e metterebbe in moto un circuito virtuoso con una platea di mercato molto ampia, ivi inclusa quella del noleggio di imbarcazioni. Perchè se è vero che l’Italia è leader nella costruzione di Mega Yacht è anche vero che esistono centinaia di cantieri che producono imbarcazioni più piccole di altissima qualità  ed il 70% delle barche italiane rientra nella fascia fino a 12 metri con un’anzianità media di 15 anni. Ogni nuova imbarcazione messa in acqua ha ricadute occupazionali ed economiche sconosciute ai più. Manutenzioni e rimessaggi, accessori, posti barca, tappezzerie, assicurazioni, offerta turistica, carburanti, ristorazione sono solo alcuni dei settori che vengono attivati dalla nautica da diporto. L’esempio dei paesi scandinavi e del nord Europa, che hanno condizioni climatiche ed estensioni di costa ben diverse dalle nostre, è illuminante: Svezia Norvegia Danimarca Olanda hanno un rapporto numero di imbarcazioni/abitanti fino a 20 volte superiore a quello italiano e nella maggior parte dei casi sono imbarcazioni al di sotto dei 12 metri.

Proseguire sulla strada dell’incentivazione del turismo nautico non stanziale per attrarre i flussi già presenti nel Mediterraneo, significa produrre fatturato anche per le aree interne attraverso una integrazione vera tra offerta turistica tradizionale e turismo nautico. I porti sono la porta d’ingresso ai nostri territori, ma sono necessari un coordinamento dell’offerta da un lato ed una efficace strategia di comunicazione dall’altro. La provincia di Salerno ha un vantaggio competitivo rappresentato dalla  sua collocazione geografica, ma deve essere sfruttato in maniera intelligente per produrre frutti duraturi. Non è più tempo di rendite di posizione e di lamentele, occorre farsi parte attiva del processo di sviluppo con progettualità immediatamente cantierabili spinte da uno spirito di squadra in grado di superare i localismi che da sempre frenano la crescita del territorio.

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